Pizzo Badile Camuno

La ferrata al Pizzo Badile Camuno (2435 m) è una stupenda escursione che si sviluppa su di una delle vette meridionali del Gruppo dell’Adamello nell’ Alta Val Camonica in provincia di Brescia. L’itinerario è impegnativo, con lungo avvicinamento e ritorno ma la ferrata non presenta difficoltà tecniche di rillievo. Dalla cima del Pizzo Badile la vista è spettacolare e spazia a 360° dai granitici pilastri delle vette dei Tredenus alla sagoma schiacciata del Lago d’Iseo, alla Presolana; dal dolomitico massiccio della Concarena ai più distanti Disgrazia e Bernina di cui si scorge l’imponente ghiacciaio. Volgendo lo sguardo a est ecco apparire il Pian di Neve e il maestoso Monte Adamello. Lasciata l’automobile si arriva in 10 minuti al Rifugio De Marie a quota 1420 metri nella suggestiva conca del Volano, circondata dalle aspre cime del Tredenus, (dove si nota, come un minuscolo punto rosso, il bivacco Macherio) e dal distintivo profilo del Pizzo Badile Camuno. Si segue il sentiero verso destra attraversando un corso d’acqua e un’area attrezzata per picnic. Un’ indicazione segna la direzione e il tempo di percorrenza (2:40 h). Ora il sentiero inizia a salire ripido, intervallato da tratti rocciosi superabili grazie a prese naturali ed artificiali. (Da quota 1800 fino a quota 2000 circa, il sentiero è molto fangoso con rocce scivolose che formano gradoni). Raggiunti tre magnifici pini, il sentiero curva a sinistra in piano, aggirando un dorso roccioso fino a una lastra rocciosa verticale attrezzata con una catena metallica che agevola la risalita (la salita libera è divertente, con molte prese naturali e una pendenza non eccessiva). Si prosegue verso sinistra fino a raggiungere la parete Nord Ovest del Pizzo. Da qui il panorama abbraccia l’intera conca del Volano e la bassa/media Valle Camonica. Partendo da una piccola casupola di guardia ristrutturata, il sentiero prosegue esposto ma agevole per un breve tratto lungo la base del Badile fino all’inizio della salita finale attrezzata con un cavo metallico appena rifatto. Imbracatura, attrezzatura da ferrata e casco sono obbligatori (anche se purtroppo ci sono ancora molti che trascurano il casco…) a causa della friabilità della roccia, che espone al rischio di numerosi sassi soprattutto in presenza di altri escursionisti. Sospeso sulla malga sottostante, con la suggestione di 1000 metri di dislivello, il percorso, attrezzato con una lunga corda metallica, sale prima diritto lungo rocce erbacee, poi curva a destra lungo un passaggio obliquo fino a uno spuntone roccioso superato il quale si prosegue diritto fino a giungere a una lunga fessura nella parete che divide il Pizzo in due. A sinistra si percorre l’ultimo tratto e finalmente si raggiunge lungo la cresta la piccola croce di ferro infissa nella roccia, che segna la vetta (2435 metri). Due piccole madonnine (una bianca ormai distrutta dalle intemperie e una nera) vegliano sulla vallata.

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