Becca di Nona

Raggiungere la cima della Becca di Nona (3.144 m) è un’esperienza che va oltre la semplice escursione: è un impegno fisico e mentale che viene ripagato in ogni passo da paesaggi mozzafiato e dalla soddisfazione di aver toccato una delle vette simbolo della Valle d’Aosta. Il percorso offre viste spettacolari su Aosta, il Monte Bianco, il Cervino e il Monte Rosa. Con i suoi 3.144 metri di altitudine e un dislivello positivo di circa 1.500 metri, la Becca di Nona si impone come una meta ambiziosa, adatta a chi ha esperienza in montagna e un buon allenamento nelle gambe. Ma lo sforzo, per quanto intenso, è largamente compensato dalla bellezza del percorso e dalla vista incredibile che attende in vetta. L’avventura comincia da Pila, località turistica sopra Aosta, facilmente raggiungibile anche in cabinovia. Dal parcheggio principale si imbocca una sterrata (segnavia 14I) che, dopo aver attraversato il tracciato della cabinovia Pila-Chamolé, si snoda con pendenza moderata fino all’eremo di Saint-Grat, un piccolo gioiello immerso nella quiete dei boschi. Da qui si prosegue lungo la pista poderale contrassegnata con il numero 19A, che conduce all’alpeggio di Chamolé. Prima di raggiungerlo, però, si prende sulla sinistra un sentiero (il 20A) che si sviluppa a mezza costa, guadagnando lentamente quota fino al colle Plan-Fenêtre. Dal colle inizia la discesa nel vasto e solitario vallone di Comboé, un ambiente dall’atmosfera quasi sospesa, dove il tempo sembra rallentare. Si segue il segnavia 20, passando accanto agli alpeggi di Comboé, e si giunge quindi a un crocevia importante. Lasciando a destra il sentiero 14, si imbocca a sinistra il numero 16, che prende decisamente a salire verso Plan-Valé, tra prati d’alta quota e silenzi sempre più profondi. Il paesaggio cambia: i pascoli lasciano spazio al terreno detritico e roccioso, preludio alla parte più impegnativa della salita. Si avanza con passo deciso, affrontando l’ultimo tratto che porta alla località di Le Grand Sex, dove la fatica comincia davvero a farsi sentire. Ma ormai la vetta è vicina. Piega a sinistra il sentiero, seguendo sempre lo stesso itinerario, fino a guadagnare la cresta finale. La salita si fa più ripida, ma anche più emozionante: davanti si apre un panorama che diventa ogni minuto più ampio e spettacolare. L’ultima rampa conduce alla cima della Becca di Nona, riconoscibile per la statua della Madonna che veglia silenziosa sui monti. Dalla vetta lo sguardo corre libero a 360 gradi. Sotto si stende Aosta, mentre all’orizzonte si susseguono le grandi cime alpine: il Monte Bianco con la sua maestosità glaciale, il Cervino con il profilo aguzzo, il Monte Rosa con le sue vette affilate e il Grand Combin che chiude la visuale a ovest. In giornate limpide, lo spettacolo è puro incanto. Il ritorno può avvenire per lo stesso percorso dell’andata o, per chi ha ancora energie, lungo un anello che rientra passando nuovamente dal colle Plan-Fenêtre. In ogni caso, è importante calcolare bene i tempi e non sottovalutare la discesa, che, specie dopo una lunga salita, può risultare altrettanto impegnativa. L’escursione alla Becca di Nona non è per tutti, ma chi decide di affrontarla con il giusto spirito si regalerà un’esperienza indimenticabile, fatta di paesaggi che tolgono il fiato, di silenzi profondi e di quella sensazione unica che solo la montagna sa offrire: il sentirsi minuscoli e, allo stesso tempo, incredibilmente vivi.

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