Monte Viglio da Serra San Antonio

Una delle cime più amate dell’Appennino si alza dove i boschi dei Simbruini lasciano il posto ai crinali degli Ernici. Il monte Viglio con i suoi 2156 m è la vetta più alta della Ciociaria e si affaccia ad est verso la Val Roveto e il Velino. Ai piedi del versante laziale sono il borgo di Filettino e la stazione sciistica di Campo Staffi, con l’accogliente Rifugio Viperella. Con neve e ghiaccio questa cresta è un classico itinerario alpinistico. Si raggiunge in auto il valico di Serra Sant’Antonio (1601 m) salendo da Filettino, la strada da Capistrello in Abruzzo è spesso interrotta da frane. Si parte a piedi prendendo la strada sterrata (segnavia 651) che inizia accanto ad una targa del Sentiero Giovanni Paolo II e conduce alla conca di Fonte della Moscosa, da dove si sale sulla sinistra del vallone. Il sentiero (segnavia 651 e 696A) traversa una radura con stazzo, poi sale tra faggi e pini alla croce del Belvedere di Monte Piano (1770 m), affacciata sulla Val Roveto. Si piega a sinistra sul crinale (1838) e ci si affaccia su un selvaggio vallone del versante abruzzese, di fronte alle pareti dei Cantari. Il sentiero sale in diagonale sui prati, poi piega a sinistra accanto ad una cresta e si affaccia dall’alto sulle pareti.  Si attraversa un vallone erboso, si sale accanto a dei salti di roccia e si costeggia un altro vallone fino alla cresta, che si segue fino alla vetta meridionale dei Cantari (2102 m). Il sentiero scende per le facili rocce della cresta, tocca la sella (2045 m) che precede il Gendarme. Lasciata a destra la diramazione che lo aggira si sale sul crinale. Si traversa un pendio erboso, si supera il torrione per un canalino roccioso (passi di I grado) e si esce sulla cima del Gendarme (2113 m). Si scende a una selletta, poi si sale in diagonale a un pianoro erboso e alla cima del Viglio (2156 m) dov’è presente una croce. Il panorama include gran parte dell’ Appennino centrale, il Mar Tirreno e il Circeo. In discesa si torna all’ultima sella e poi, senza risalire al Gendarme, si continua a scendere per un sentiero ghiaioso, si traversa ai piedi di una parete calcarea e si torna verso i Cantari, che si aggirano senza tornare in cresta. Ritrovato il sentiero dell’andata si torna al punto di partenza.

Foto di @danilosp89

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